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sabato, Luglio 27, 2024

I Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello

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Giulia1“Un personaggio, signore, può sempre domandare ad un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre “qualcuno”. Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo cosi in genere, può non essere nessuno. ” L. Pirandello La frase sopra citata, è tratta dal dramma più famoso scritto da Luigi Pirandello, intitolato Sei personaggi in cerca d autore. A mio parere non fa mai male ricordare, o in questo caso sarebbe più opportuno dire rileggere qualche classico, anche se si tratta di un dramma teatrale. In ogni caso stiamo parlando comunque di una grande opera che ha segnato la letteratura italiana e anche le menti di molti studiosi, considerando che la sua struttura il suo contenuto, seppur all’apparenza modesti, in realtà sono piuttosto complesse. Ebbene ricordare infatti che quando l’opera venne messa in scena per la prima volta, nel maggio del 1921, ebbe un esito tempestoso, poiché molti spettatori contestarono la rappresentazione al grido di “Manicomio! Manicomio!”. A differenza delle altre opere teatrali che venivano messe in scena, e che tutt’oggi lo spettatore predilige, ossia opere con una trama limpida e definita, con personaggi statici, con battute pronte e con un ambientazione, quella che propone Pirandello ha come sfondo un palcoscenico apparentemente in corso di allestimento, con gli attori ed i membri della compagnia che si organizzano per la realizzazione della prova. Una scena non del tutto ordinaria nel mondo del teatro e chiunque a primo impatto, ascoltando il resto della storia, avrebbe pensato ad un manicomio. La storia prosegue con l’usciere del teatro che annuncia al capocomico l’arrivo di sei personaggi. Il direttore-capocomico, inizialmente indispettito dall’interruzione delle prove, si lascia convincere dai personaggi i quali intendono raccontare il loro dramma, pensato dall’autore che li creò, ma mai vissuto fino in fondo. Preso dalla vicenda, il capocomico si decide a rappresentare il dramma dei personaggi sulla scena, utilizzando gli attori della compagnia con risultati poco convincenti. Saranno poi gli stessi personaggi a rappresentare, di persona il loro dramma. Lo svolgimento dell’intera vicenda si evince soprattutto grazie alle battute del padre e della figliastra. Riassumere tutto il dramma sarebbe alquanto difficile considerando la sua complessità e un riassunto potrebbe causare più confusione. L’unica cosa che posso fare è consigliarla, come lettura ma soprattutto, come opera teatrale in quanto tale, sono del parere che udito e vista siano una combinazione di sensi oltremodo interessante e anche molto suggestiva e solo cosi si potrebbe apprezzare la suddetta opera. I Sei personaggi in cerca d’autore è considerato unanimemente come una delle prove più alte e significative dell’intera poetica dell autore, che vi condensa con abilità e maestria rare i temi fondamentali (e lo stile relativo) della produzione pirandelliana: la mescolanza di tragico e l’adozione di un punto di vista umoristico, la molteplicità infinita del reale e la sua intima relatività, l’opposizione tra la “forma” e la “vita” come radice dei drammi umani. Da un lato, le scelte narrative fanno saltare gli schemi convenzionali, mettendo sul palco di un teatro di prosa un gruppo di attori che stanno provando una altra commedia. Oltre agli attori e al direttore-capocomico, arrivano in teatro sei nuove persone che si presentano come sei personaggi nati dalla fantasia di un autore, che però li ha poi abbandonati. I sei “intrusi” esprimono allora il loro desiderio che il capocomico si sostituisca all’autore e faccia recitare il loro dramma alla compagnia. La stessa scansione della commedia in parti è fluida, smentendo la tradizionale divisione in atti e scene, con solo due interruzioni che hanno le fattezze della casualità; in particolar modo, i personaggi non si rispecchiano negli attori e nella loro recitazione, tanto da entrare in conflitto con tutti e da sovrapporre realtà e finzione, commedia da interpretare e commedia che si sta vivendo, ruolo da interpretare e maschera che si assume più o meno consapevolmente. Ed è per questo che tutte queste divagazioni metanarrative creano quel senso di straniamento critico nello spettatore, che non può immedesimarsi nelle vicende e nei sentimenti rappresentati.

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