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sabato, Luglio 27, 2024

L’Avventura

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Giulia1Che cosa rende la vita umana sapida oltre che inimitabile? Non ho dubbi in proposito e rispondo: l’avventura. In cosa consista è facile a dirsi: è la capacità di uscire dagli schemi, vincendo la propria pigrizia e la paura, per affrontare l’ignoto. In linea di massima, tutti amiamo l’avventura. Quella degli altri, possibilmente. Quella che si sviluppa nei romanzi o nei film che ci lasciano con il fiato sospeso. Naturalmente, non è facile concedersi anima e corpo all’avventura, ci vuole fegato e, soprattutto, tanta concretezza e un pizzico d’incoscienza. Oscar Wilde ha lasciato scritto che “il pensiero è meraviglioso ma ancora più meravigliosa è l’avventura”. In effetti, ciò che fa la differenza è il salto dalla potenzialità del “vorrei” alla fattività del “voglio e posso”. John Campbell, sostiene che l’essere umano avverte la “chiamata all’avventura”. È una sorta di vocazione, non troppo diversa da chi sente la vocazione religiosa o possiede un forte talento artistico. Chi risponde alla chiamata non può fare a meno di assecondare l’istinto e scegliere di viaggiare in modo avventuroso, persino pericoloso. C’è, in questa chiamata che accomuna gli esploratori di ogni epoca e gli avventurieri, i cercatori di una vita nuova e i pionieri, un elemento aggregante: il bisogno di orizzonti più ampi. E cos’è questa voglia se non il desiderio inconscio della bellezza? Chesterton diceva che “la vita è la più bella delle avventure ma solo l’avventuriero la scopre”. Impossibile dargli torto. C’è di mezzo anche un fattore fisiologico. La vita è più appagante quando l’adrenalina scorre nelle vene. L’impulso che spinge l’avventuriero a partire senza fare troppi calcoli, è il primitivo, inesauribile afflato verso la felicità. Invidio l’avventuriero perché non insegue il successo, il denaro o l’appagamento del falso ego. Lui è un trappers sulle tracce della felicità. A differenza di chi si accontenta della realtà virtuale, l’avventuriero succhia linfa vitale dalla vita vera, dall’anima mundi. A renderlo felice, a commuoverlo o colmarlo di stupore, saranno i tramonti, l’alba sulle montagne. la contemplazione del cielo che si specchia in un lago. “Il viaggio non è un sogno che si fa realtà. È la realtà che si fa sogno. Niente, nella vita, può incatenare, salvo che non sia tu a permetterlo. E, se siamo solo di passaggio, non c’è tempo per tergiversare e avere paura”. Jack Kerouac.

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