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venerdì, Dicembre 13, 2024

“De servo arbitrio” o “libero arbitrio” nell’urna elettorale?

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2urnaI due concetti teologici divenuti anche disputa speculativa tra i due assertori nei rispettivi saggi da essi scritti, il primo dal riformatore protestante Lutero, il secondo da Erasmo da Rotterdam. Lutero nella lettura delle sacre scritture non ha dubbi, non ci sono interpretazioni, la salvezza è predestinazione, esiste “ab aeterno” “omnia propter electos”(seconda lettera a Timoteo 2,10) ossia prescelti, giustificati per sola fede, fede ricevuta per grazia da Dio. Per Erasmo ci si può salvare scegliendo tra il bene e il male, le scritture non sono assolutistiche, vanno interpretate e anche in ragione di ciò l’uomo deciderà se salvarsi. Poi i 10 dogmi cattolici contraddicono la tesi che determinati concetti non siano assoluti. Se ne citano tre: Dio uno e trino, l’Immacolata concezione, la transustanziazione. Superiamo le riflessioni sul divino, anche se un dibattito sull’argomento tra i due candidati sindaco più esposti sulla fede, M. Grillo e S. Grasso, sarebbe decisamente interessante. Quando saremo null’urna, superando l’idea di Don Camillo di Guareschi o i manifesti della campagna elettorale del 1948 che recitavano che in cabina “Dio ti vede, Stalin no”, come eserciteremo il voto? Scegliendo con “libero arbitrio”, in ragione delle nostre idee e valori. Oppure con “de servo arbitrio”, pensando che tutto sia ineluttabile, servi del qualunquismo, o peggio ancora di chi ci racconta che i diritti siano concessioni, che per loro grazia ricevuta avremo?    Vittorio Alfieri

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