Sarà un’odissea fino al 4 ottobre prossimo, quando si terranno le elezioni amministrative di Lilybaeum. Eserciteremo, o quanto meno ci proveremo, satira sull’argomento, sapendo che anche la classe politica di Marsala “pulcherrima sed ventosa” è avversa alla stessa. Ma francamente ce ne infischiamo. “Fischia il vento, infuria la bufera”, pardon i comunisti non esistono più, la canzone accompagnò la Resistenza. Iniziamo con i candidati sindaco, attribuendogli un personaggio. Paride è indubbiamente Alberto Di Girolamo, necessita trovare Ulisse che costruirà il cavallo di Troia per il quartiere spagnolo, sito in via Garibaldi. Stop, troppe contaminazioni tra Grecia, Spagna e Regno di Sardegna, ops scusate, Italia. Trovato Paride, Menelao è Massimo Grillo, un lustro fa gli fu rubata la fascia tricolore. Elena, il fratello di Agamennone si rasserena, è stata anche di Agenore alias Rino Passalacqua. Ettore è semplice: il vice sindaco Agostino Licari che per suo fratello Paride è pronto alla morte, “siam pronti alla morte, siam pronti alla morte, Troia chiamò”. Agamennone è Dugo e lotterà forse al ballottaggio per il fratello Menelao che, pur di avere Elena, lo ha ripudiato. Ma ottenuta quest’ultima, Menelao donerà Sparta, alias assessorato, ad Agamennone. Vittorio Alfieri
Dopo Kubrick con Odissea nello spazio, Marsala odissea alle elezioni…

