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sabato, Aprile 27, 2024

Il 5 maggio: da Napoleone Bonaparte alla guerra in Ucraina

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Ei fu. Siccome immobile,dato il mortal sospiro,stette la spoglia immemore orba di tanto spiro,così percossa, attonita la terra al nunzio sta,muta pensando all’ultima ora dell’uom fatale; né sa quando una simile orma di piè morta la sua cruenta polvere a calpestar verrà.

-Lui folgorante in solio vide il mio genio e tacque;quando, con vece assidua, cadde, risorse e giacque,di mille voci al sonito mista la sua non ha:vergin di servo encomioe di codardo oltraggio,sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio;e scioglie all’urna un canticoche forse non morrà.

–Dall’Alpi alle Piramidi,dal Manzanarre al Reno,di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno;scoppiò da Scilla al Tanai,dall’uno all’altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza: nui chiniam la fronte al Massimo fattor, che volle in lui del creator suo spirit più vasta orma stampar.

-La procellosa e trepida gioia d’un gran disegno, l’ansia d’un cor che indocile

-serve pensando al regno; e il giunge, e tiene un premio ch’era follia sperar;

-tutto ei provò: la gloria maggior dopo il periglio,la fuga e la vittoria, la reggia e il tristo esiglio; due volte nella polvere,due volte sull’altar.

–Ei si nomò: due secoli,l’un contro l’altro armato,sommessi a lui si volsero, come aspettando il fato;ei fe’ silenzio, ed arbitros’assise in mezzo a lor. E sparve, e i dì nell’ozio chiuse in sì breve sponda,segno d’immensa invidia e di pietà profonda,d’inestinguibil odio e d’indomato amor.

-Come sul capo al naufrago l’onda s’avvolve e pesa, l’onda su cui del misero,

-alta pur dianzi e tesa, scorrea la vista a scernere prode remote invan; tal su quell’alma il cumulo delle memorie scese!

-Oh quante volte ai posteri narrar sé stesso imprese,e sull’eterne pagine

-cadde la stanca man!

–Oh quante volte, al tacito morir d’un giorno inerte,chinati i rai fulminei, le braccia al sen conserte, stette, e dei dì che furono l’assalse il sovvenir!     -E ripensò le mobili tende, e i percossi valli,e il lampo de’ manipoli, di l’onda dei cavalli,e il concitato imperio, e il celere ubbidir.

-Ahi! Forse a tanto strazio cadde lo spirto anelo,e disperò; ma valida

-venne una man dal cielo e in più spirabil aere pietosa il trasportò; e l’avviò, pei floridi sentier della speranza, ai campi eterni, al premio

-che i desideri avanza, dov’è silenzio e tenebrela gloria che passò.

–Bella Immortal! benefica Fede ai trionfi avvezza! Scrivi ancor questo, allegrati; ché più superba altezz al disonor del Golgota giammai non si chinò.

-Tu dalle stanche ceneri sperdi ogni ria parola:il Dio che atterra e suscita,

-che affanna e che consola,sulla deserta coltrice accanto a lui posò. L’ ode che tutti noi conosciamo del meneghino, fu dedicata, alla sua morte, a Napoleone Bonaparte, imperatore di Francia e Re d’Italia. In questi giorni di guerra in Ucraina conquistata dai sovietici e soprattutto in questa data sovviene il francese che dal cosiddetto generale Inverno fu sconfitto nella campagna Russa. Identica sorte toccò alla Germania di A.Hitler. Non sono date sapere le intenzioni dello zar Vladimir Putin e non si vuole accomunare nelle personalità i tre personaggi citati. Certamente invece i tre soggetti che condividono l’egocentricismo se non il narcisismo ed il loro desiderio d’imperare. La stagione climatica avversa è alle spalle e comunque non avrebbe sconfitto i russi, lo conoscono, ed in questa circostanza sono invasori. Per il francese la fine bellica fu a Waterloo e il decesso durante l’esilio a S.Elena, per il tedesco la Berlino conquistata dai tedeschi ed il bunker in cui si suicidò insieme alla consorte di qualche giorno, una compagna da più di un decennio, Eva Braun. A presto, si spera, il bando di Putin, essendo contrari alla pena di morte si potrebbe pensare al suo epitaffio.

Vittorio Alfieri

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