Da tempo siamo abituati a tutto ma, di certo, leggere la nota ufficiale del sindaco di Trapani pubblicata ieri sul sito del comune, lascia allibiti. Come si fa a conciliare l’attribuzione, solo pochi mesi fa, della cittadinanza onoraria a Valerio Antonini con l’attacco, personale e scomposto, condito di proverbi e insinuazioni tendenti a buttare fango sull’avversario del momento? Ricordiamo tutti il tentativo, anche quello scomposto, di Tranchida e del suo assessore al ramo, di cavalcare il consenso che la venuta a Trapani di un imprenditore che, evento rarissimo dalle nostre parti, veniva ad investire soldi propri nel nostro territorio e non per intercettare finanziamenti pubblici o peggio per spendere soldi pubblici acquisiti in maniera addirittura illegale, stava suscitando. Solerti ad affidargli gli impianti sportivi comunali per ristrutturarli a Trapani e ad Erice, della serie “pensaci tu che hai i soldi, che ci fai un favore e ci togli un peso”. In pochi mesi abbiamo visto un palazzetto (o lo abbiamo dimenticato?) nel quale pioveva dentro e dove ADESSO si decide lo scudetto. Ora qualcosa si è rotto, evidentemente. La cittadella dello sport, della quale ricordiamo i comunicati entusiastici dell’amministrazione dopo gli incontri a Palermo che avevano risolto tutto, che all’improvviso non è di “competenza” del Comune. L’unica tv locale non va più bene, perchè gli hanno spiegato che dopo decenni di “occupazione militare” e ad personam ora con la nuova proprietà si intende passare dai monologhi ad oltranza ai confronti democratici fra diverse opinioni. Ora Antonini, che sia chiaro, ha una personalità dirompente, misura i tempi burocratici per realizzare le cose come fosse ancora nella city londinese e non nella sonnacchiosa Sicilia post democristiana. Ma questa terra ha assoluto bisogno che l’esperienza Antonini abbia successo e duri, e che venga possibilmente seguita da altri cento Antonini. È forse l’unica speranza che ha Trapani di non rimanere agli ultimi posti in tutte le classifiche sulla qualitá della vita in Italia. Una città piegata su se stessa dove ormai sempre meno giovani rimangono. Dove non si riesce a superare la ridicola divisione fra il capoluogo e Casa Santa perché, come disse Tranchida, “hanno due santi protettori diversi”. Se fallisce l’esperimento Antonini, difficile che altri imprenditori lo sostituiranno. Proprio per questo noi socialisti facciamo il tifo per lui.
On. Nino Oddo
Vice segretario nazionale Psi