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sabato, Ottobre 12, 2024

Ospedale di Marsala. Il sindaco: riprendere la normale attività

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Ospedale MarsalaA distanza di quasi un mese, il sindaco Alberto Di Girolamo si rivolge nuovamente alla Regione Siciliana e all’Asp di Trapani per chiedere di essere consequenziali agli impegni assunti con riguardo all’Ospedale di Marsala, individuato quale struttura per il ricovero dei pazienti covid. Partendo dalla constatazione che, fortunatamente, la media dei ricoverati in questi giorni è stata intorno a 6-7 pazienti positivi e altrettanti in attesa di diagnosi, il sindaco Di Girolamo – nella nota diretta anche al Prefetto di Trapani e al Ministro della Salute – lamenta che “presso il Paolo Borsellino prima della pandemia non c’erano né pneumologi, né infettivologi, e nonostante mi fosse stato assicurato che l’Ospedale diventato Covid avrebbe avuto sia gli uni che gli altri, ad oggi non è arrivato nessuno di questi specialisti che, insieme ai rianimatori ed agli internisti, dovrebbero curare i pazienti Covid”. Alla luce dei pochi ricoveri, pertanto, il sindaco di Marsala chiede di avviare il ritorno alla normalità dell’Ospedale territoriale, al fine di rassicurare la popolazione (un bacino di circa centomila utenti), perché c’è tanta gente che sta male per altre patologie. Scrive infatti il sindaco Di Girolamo: “In queste settimane, molti pazienti – per paura di un eventuale contagio – sono rimasti a casa e senza cure adeguate, rinviando controlli ambulatoriali, accertamenti diagnostici e terapie”. In conclusione, la richiesta è che “l’Ospedale di Marsala riprenda tutte le sue attività, con in più le Unità Operative di Pneumologia, Malattie Infettive, Oncologia e Anatomia Patologica, attivando altresì il reparto di Malattie Infettive come previsto dal piano sanitario regionale”. Ovviamente, visto che il Coronavirus non è stato debellato, è necessario mantenere il preTriage per i pazienti sospetti, onde evitare contagi al personale sanitario e ai pazienti ricoverati. Conclude il sindaco Di Girolamo: “Dobbiamo assolutamente evitare che, finita l’emergenza, i nostri cittadini per potersi curare siano costretti ad emigrare più di prima”.

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