Basso profilo. Nell’accezione comune è il comportamento tenuto per non dare pubblicità alla propria azione in qualsiasi settore, agire con discrezione. Nel gennaio scorso un’ operazione effettuata dalla DDA di Catanzaro il cui procuratore è Nicola Gratteri è stata denominata appunto basso profilo. Nell’inchiesta si ipotizzano i reati di turbativa d’asta, corruzione e abuso d’ufficio. Ai domiciliari l’assessore regionale al bilancio della Calabria, misura interdittiva per un notaio, avviso di garanzia, lo si ribadisce non equivale a una condanna, per il segretario nazionale dll’Udc. Dall’indagine emerge una commistione tra politici, imprenditori, colletti bianchi e mafia. L’inchiesta stabilirà se i soggetti interessati sono perseguibili penalmente. La vicenda riporta alla mente dell’opinione pubblica la “questione morale” di Berlingueriana memoria e a tal proposito ecco cosa diceva Borsellino: “L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di affermare quest’uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile”, devono tenerlo presente. Per concludere, “ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta e che non è stata mai condannata?”. Quindi niente “basso profilo” sul fenomeno. Ugualmente in tempo pandemico per le attività economiche in difficoltà, appetibile alla criminalità organizzata. Vittorio Alfieri
Basso profilo, ma non su tutto

