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mercoledì, Maggio 1, 2024

Skolimowski, se l’asino è da Oscar

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È Lorenzo Zurzolo uno dei quattro italiani candidati agli Oscar 2023, insieme ad Alice Rohrwacher (best live action short film), Aldo Signoretti (miglior trucco) e Applause (miglior canzone) dal film Tell it like a woman, dove uno degli episodi è diretto da Maria Sole Tognazzi e interpretato da Margherita Buy.

Zurzolo è nel cast di EO di Jerzy Skolimowski, una co-produzione polacco-italiana in gara per il miglior film internazionale e l’opera è parlata anche in italiano. Già vincitore del Premio della Giuria al Festival di Cannes e del premio EFA Excellence Award per la colonna sonora, EO è stato scritto in Sicilia con la collaborazione della moglie del regista polacco Ewa Piaskowska, durante l’isolamento dovuto alla pandemia di Covid19 e vanta un cast d’eccezione che vede oltre Lorenzo Zurzolo, la presenza di Isabelle Huppert, Sandra Drzymalska, Mateusz Kościukiewicz e Lolita Chammah. Il film sperimentale, dove Skolimowski prova a entrare dentro la testa dell’asino –animale sensibile, mite, dolce, passivo, forte e intelligente, che si fa carico della violenza umana che spesso sconfina nel nonsense- per offrire una nuova visione del mondo da un punto di vista diverso, da un’angolatura spesso sconosciuta. È un grido di dolore e di rabbia alla prevaricazione e nel suo essere solo e indifeso, EO trova la forza per diventare indistruttibile. Le immagini sono dai colori vivi, accesi, talvolta kitsch -rischio e responsabilità pienamente e coraggiosamente assunti dal direttore della fotografia Michal Dymek che mette alla prova e forza volutamente l’uso della fotografia nell’era digitale. EO è anche una metafora sulla vita, sul percorso di chi affronta il mondo solo con le proprie forze e possibilità in mezzo a burrasche, tempeste, difficoltà e ostacoli: il pellegrinaggio dell’asino inizia sui propri zoccoli e con mezzi di fortuna; si imbatte, tra gli altri, in tifosi di calcio che in primis benevolmente lo adottano, poi, dopo una rissa con gli avversari, viene volutamente brutalmente fatto picchiare. E come in ogni metafora, in ogni parabola, si accende lo spiraglio della speranza, viene aiutato dagli alleati per le gravi ferite riportate, lasciando presagire, attraverso la memoria, i flashback e gli occhi dell’asino, attraverso il suo raglio solitario nel buio, che da ogni rovina, da ogni crudeltà e cinismo, da ogni maceria si può sempre costruire un palazzo dalle solide fondamenta. EO restituisce libertà, amore per la vita e i vari volti dell’umanità, donando un’istantanea delle relazioni sociali nell’ottica dei cambiamenti culturali in atto nel mondo moderno.

Rosalba Pipitone

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