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lunedì, Aprile 29, 2024

Enzo Campisi, artista poliedrico in continuo divenire

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Enzo Campisi, classe 1963, architetto, pittore, scultore, nasce a Caltanissetta ma dopo la maturità si trasferisce a Firenze, poi a Palermo, Milano, Sarzana, trascorre alcuni periodi a Parigi e torna poi in Sicilia, a Marsala, dove, dopo aver studiato recitazione, svolge anche l’attività di attore teatrale e di scenografo. Con l’aiuto dei migliori ceramisti siciliani, realizza le sue prime ceramiche e, sempre con l’aiuto di amici artigiani, si misura con altri materiali: legno, vetro, carta, lava, tessuto, polistirolo, e tanto altro. Artista poliedrico, sempre pronto a sperimentare forme e metodi espressivi nuovi in continuo divenire, affronta varie tematiche, ma mai senza un fondamento di concettualismo. Dal 1994 partecipa a mostre, esposizioni, fiere, mercati, estemporanee, collettive in più parti d’Italia, dalla Sicilia, dove vive, alla Lombardia, terra alla quale resta sempre legato. Campisi è stato l’ideatore, in pieno lockdown, del progetto Pittacqua che ha affascinato tantissimi turisti che, d’estate, all’interno di una vasca della salina Genna nella Laguna dello Stagnone, hanno imparato a dipingere in un contesto unico e suggestivo di fronte le isole Egadi.

Lo abbiamo incontrato in Piazza della Repubblica a Marsala nell’ambito di un progetto PON (Programma operativo Nazionale -del Miur) che ha visto impegnati i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Garibaldi-V.Pipitone.

Enzo Campisi, quali sono gli obiettivi e le finalità di questo interessantissimo progetto?

Abbiamo realizzato in questi anni alcuni progetti con l’obiettivo di mettere insieme il progetto Pittacqua, che consiste nel dipingere in acqua all’interno di una delle vasche di Salina Genna, con il progetto “Artisti di strada”. Al momento, non essendo le condizioni climatiche ideali, abbiamo evitato per i primi due incontri di portare i bambini all’interno della vasca dove comunque è già tutto predisposto. Considero una bella emozione far dipingere i bambini con i piedi in acqua, aspettiamo solo che le condizioni meteo saranno più favorevoli. Non interessa che i bambini diventino Picasso, interessa che i ragazzi si allontanino dal mondo esclusivo dei telefonini, dei tablet, dei social, e che imparino a osservare sia le bellezze paesaggistiche naturali che architettoniche, che siano stimolati al bello, questo è il nostro obiettivo, cercare di far crescere questa cultura dell’osservazione delle cose belle in modo da creare bellezza.

Quale fascia di età è coinvolta nel progetto?

Sono giovani dagli undici ai tredici anni, e lasciano ben sperare, la loro partecipazione massiccia a questo progetto ne è una dimostrazione.

Che speranza può dare l’arte a un futuro già preconfezionato dalla tecnologia e dai social?

L’arte passa attraverso questi strumenti, ha bisogno anche della pubblicità e della diffusione di una serie di elementi. Io credo che adesso non si debba cercare un espediente a monte risolutorio per tanti problemi. Occupiamoci della loro età, della loro crescita, di stimolare il loro senso estetico, la loro ricerca di bellezza e della sua individuazione. Le cose verranno da sè.

Rosalba Pipitone

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