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3 ottobre 2013, strage di migranti a Lampedusa. Dopo dieci anni nulla è cambiato.

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Era il 3 ottobre nell’anno del Signore 2013. Un peschereccio salpato da Misurata-Libia- il 1º ottobre 2013, con a bordo migranti di origine eritrea ed etiope, arrivato a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane subì un blocco ai motori. Questo accadeva poco lontano dall’Isola dei Conigli, la spiaggia un luogo incantevole, meta di tanti turisti. Solo meno di un km separava moltissime anime dalla salvezza, un posto di benessere per noi occidentali. Per attirare l’attenzione delle navi che passavano fu ha agitato uno straccio infuocato, producendo molto fumo e spaventando parte dei passeggeri, i quali si spostarono da un lato dell’imbarcazione stracolma, che si rovesciò. La barca si girò su se stessa tre volte prima di colare a picco. Le conseguenze furono 368 vittime accertate e alcune decine di dispersi presunti. La reazione unanime fu: “MAI PIÙ”. E invece nel decennio successivo sono morte nel Mediterraneo circa 28.000 persone-fonte Organizzazione Internazionale per le Migrazioni-.Quasi l’80 per cento dei morti e dei dispersi -oltre 20.500- è stato registrato nella rotta del Mar Mediterraneo centrale, quella attraversata dai migranti per passare dalle coste del Nord Africa a quelle italiane. Un 12% è stato registrato nel Mar Mediterraneo occidentale, mentre il restante 8% circa nel Mar Mediterraneo orientale, Cutro per rammentare. Un abbraccio ai superstiti di queste mattanze, NOI commemoriamo la NOSTRA VERGOGNA.

Vittorio Alfieri 

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